Tranquilli, l’unica paura che abbiamo avuto durante l’ultimo weekend è stata quella del freddo.
Il programma prevede l’ingresso a “Sa utta ‘e s’Edera” (la Grotta dell’Edera) per iniziare il rilievo delle nuove parti scoperte da Marcello ed esplorate successivamente insieme. La truppa è al quanto variegata, siamo io (Gianfranco F), Luciano, Marcello e Prospero del CSAD, Alessandro, Marinella, Roberto, Paolo e Gian Luigi dello Specus di Cagliari, Anna Maria e Patrizia del GSAS di Sassari. Entriamo in due gruppi, il mio si occuperà del rilievo (entriamo prima) e gli altri penseranno alle foto. Come sempre entriamo in grotta prestissimo, non sono ancora scoccate le 12……. e andiamo veloci verso il fondo dei primi salti. Siamo in 5, le pause sono pochissime. È bello godere della quiete della grotta intervalata dalla continua tosse del povero Ale, scendiamo la Grande Marmitta e iniziamo a seguire il fiumiciattolo che in pochi minuti ci porta alla zona in cui dovremo lasciarlo per risalire veso i nuovi ambienti. Trovato un punto di rilievo noto ci organizziamo, io andrò avanti a segnare i punti, Paolo si occupa della scrittura, Luciano agli strumenti, Marinella, Ale e Roberto danno una mano. La zona è molto bella, attivissima, ricchissima di bianche colate e stalattiti, continuiamo a salire fino a raggiungere la grande sala scoperta qualche mese fa. Li ci raggiungono gli altri esi crea un’allegra confusione tra “Azimut 230°!!!!” e i “Pronti con il flash??” finiamo il rilievo del grande salone mentre i nostri compagni si infilano in uno stretto cunicolo per continuare il giro esplorativo, noi invece, dopo aver rilevato circa 130 metri , torniamo indietro per anticiparli nell’uscita in modo da non creare ingorghi. Usciamo in serata, il vento è forte e molto freddo, la nostra priorità è accendere subito un fuoco e lo facciamo non distante dall’ingresso, sotto una parete che ci ripara abbastanza. La legna non manca e il falò che ne vien fuori è veramente ristoratore, non di meno la birra che ci vine offerta. Passa un oretta ed escono tutti dalla grotta, Gianluigi prepara la logistica culinaria allestendo una cucina da campo di tutto rispetto con tavolo da oltre 3 metri!! arrostiamo, spizzichiamo, beviamo, beviamo e chiacchieriamo, beviamo e così continua fino a che non ci si decide ad andare a letto, c’è chi dorme in macchina e chi in tenda. Fa freddo.. ma siamo speleo.. e che cacchio! La mattina si presenta con un bel sole anche se il vento continua a soffiare forte. Arrivano da Sassari Sergio, Antonio e (pardon non ricordo il nome) che stanno un po’ con noi e che poi raggiungeremo lungo il sentiero che Marcello ha intenzione di percorrere.
Facciamo un lunghissima colazione e dopo vari tentativi riusciamo finalmente a salire in macchina per arrivare fino a una bellissima Tomba dei Giganti. Di li scendiamo verso il Flumineddu per vedere alcuni ingressi (e altri probabili) di grotte in questo paradiso. Si sono aggiunti a noi altri amici di Sassari, insomma.. siamo proprio tanti ormai. Camminiamo per un oretta e l’uomo graticola (che sarei io) insieme ad altri coraggiosi decide che ne ha abbastanza di camminare. Il gruppo si divide, noi resteremo ad allestire il campo per il pranzo, gli altri scenderanno più a valle per poi rivederci davanti al fuoco. Passa pochissimo tempo e le bistecche son già sul fuoco, i bicchieri son pieni e inizia la caciara. Continuiamo così fino al momento dei saluti.
Che dire…. weekend stupendo in una delle zone più belle di tutta la Sardegna, con una compagnia invidiabile. Faceva freddo, tirava vento.. ma ne è valsa assolutamente la pena.
Alla prossima
Gianfranco Fancello